Domani a Palazzo Reale comincia un viaggio importante nel Rinascimento sotto la lente di ingrandimento di Albrecht Durer e dei suoi rapporti con i maggiori artisti a lui contemporanei, tra cui molti Italiani, attivi nel nord del nostro paese tra fine Quattrocento e i primi trent’anni del Cinquecento. Dürer, massimo esponente del Rinascimento tedesco, fu pittore, incisore, matematico ma anche autore di trattati scientifici. Esplorò il suo tempo all’insegna della massima apertura culturale e artistica, contribuendo alla diffusione delle nuove idee destinate a cambiare la visione del mondo. Una mostra di grande attualità sotto un certo aspetto, perché svela i rapporti storicamente intensi tra nord e sud Europa, rivolti alla scoperta del nuovo e all’abbattimento dei confini tra culture alleate nella tensione verso la modernità. Nel cuore dell’esposizione risalta la ritrattistica, tema rinascimentale per eccellenza, fermato sulla tela in formidabili ritratti che restituiscono intatti i volti e le espressioni, gli sguardi non solo di nobili e ricchi personaggi ma di una parte di società sempre più estesa, così come accadde a partire dal Cinquecento. “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, a Palazzo Reale Milano, è una mostra da visitare con attenzione per coglierne i diversi aspetti legati alla molteplicità della cultura rinascimentale, scanditi nel percorso espositivo: geometria, misura e architettura; natura; la scoperta dell’individuo; le incisioni; il Classicismo e le sue alternative. Sino al 24 giugno 2018
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