Abbiamo già detto della mostra dedicata a Bernardino Luini e i suoi figli in corso a Milano. Non avevamo parlato di Piero Lissoni, che firma il suo primo, importante allestimento museale con grande rispetto per lo spazio, i saloni e la magnifica sala delle Cariaditi di Palazzo Reale, e per le opere esposte. I quadri sono appesi a delle quinte poste a 45°, illuminati con brillantezza lungo un percorso disseminato di bellissime poltrone bianche di Le Corbusier, che accolgono il pubblico che vuole ammirare con calma i quadri maestosi, o i video proiettati. Lissoni ha dichiarato di aver semplicemente pensato a tutto "il silenzio" che ci vuole per intraprendere questa passeggiata nell'arte del Cinquecento lombardo. C'è riuscito bene. Coerente con il progetto dei curatori, Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, che hanno scelto opere immediate nella loro bellezza, evidenziando anche i nodi cruciali della storia privata e artistica di Bernardino Luini nel contesto dell'epoca in cui agì. Aspetti di vita fondamentali ben espressi in una comunicazione corposa e di facile comprensione, che accompagna tutta l'esposizione. Luini fu un artista sempre legato alla famiglia, che conservò un forte senso pratico, parallelo alla vita artistica. Non lasciò facilmente il commercio di frutta e verdura che i suoi avevano in piazza Duomo, che rappresentava il sostegno sicuro per tutti, anche quando era già un noto pittore. E anche in questo aspetto della sua vita si esprime una bella fetta di contemporaneità con tutti gli artisti e le persone di cultura, di ieri e di oggi. A Palazzo Reale fino al 13 luglio
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