Nuove icone per raccontare chi siamo, dove andiamo e cosa sentiamo.
Apple è sempre molto attenta alle trasformazioni in corso e all'aggiornamento delle sue proposte, in linea con le esigenze di un pubblico davvero enorme. Ora, per rispondere alle proteste degli utenti che lamentano una presenza in tastiera, alla consolle (!) per dirla con un termine da dj, pensata solo per il mondo dei "bianchi" e per gli assetti sociali tradizionali, sta studiando 300 nuovi emoticons più global oriented. C'è uno studio approfondito sui diversi colori della pelle, basato sulla scala Fitzpatrick, dal nome del dermatologo di Harward che la sta personalizzando. Così, le faccine che usiamo tutti per accompagnare sorrisi, baci e abbracci, ecc ecc, stanno per allargarsi (giustamente) alle diverse etnie, ma anche alla rappresentazioni di famiglie allargate, di coppie etero o gay che siano con relativa prole. Insomma, Apple si sta attrezzando per comunicare alla velocità di un clic sull'icona che meglio ci potrà rappresentare nel contesto di una conversazione, di un messaggio, di un sms o chat che sia. Si tratta degli strumenti di un nuovo linguaggio, ormai, che anche i politici prendono molto sul serio. Non a caso, lo scorso gennaio il discorso di Obama allo Stato dell'Unione è stato ufficialmente twittato in emoji. E pochi giorni fa con Julie Bishop, il ministro degli Esteri australiano, è stata realizzata la prima intervistata usando emoji.
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