Oggi la doppia d'apertura della pagine culturali de la Repubblica è dedicata a "Il buon museo". Dopo le polemiche per le nomine dei venti nuovi direttori voluti dal Mibact ecco un altro punto di vista sulla situazione italiana che apre finestre sorridenti sullo stato di fatto. Casi di good practice lontani dalle luci della ribalta dei grandi nomi, eppure fortemente innovativi, sparsi lungo il nostro Paese e collocati soprattutto al sud. Fra poco, anche noi avremo il piacere di contribuire all'aggiornamento sulla comunicazione museale italiana con il nostro prossimo volume dedicato ai "Musei di Milano", in libreria ai primi d'ottobre. Perché, se ci permette, Tomaso Montanari, autore dell'articolo di oggi che trovate nel link a seguire, non è vero che tutti "i super musei siano scatole vuote presidiate da pochi funzionari umiliati da decenni di cattiva politica." Noi abbiamo incontrato dei giovani funzionari che cercano in tutti i modi di superare le enormi difficoltà che hanno davanti, dovute a situazioni accumulate in anni e anni di politiche sbagliate. Nonostante tutto resistono e sono loro, perfettamente sconosciuti al grande pubblico, che fanno girare gli ingranaggi scricchiolanti e ossidati della burocrazia museale.
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