L'OPERA DA TRE SOLDI nella studiata versione contemporanea di Damiano Michieletto che rivisita un classico di Bertolt Brecht, è arrivata in Italia nel 1956 grazie all'intuito e al genio di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro Milano. La versione rivisitata con grande rispetto, va detto, anche delle musiche di Kurt Weill che dirige Giuseppe Grazioli, accompagna attori-cantanti che passano dal recitato al canto per sottolineare passaggi e momenti clou come da copione. Sono sempre tutti in scena, dentro una grande aula di tribunale dove passano da protagonisti a spettatori, fino ai cambi tecnici della scenografia essenziale. Un lavoro imponente affidato a mani esperte con alcune punte di diamante che reggono le fila della storia. Peppe Servillo con la sua eleganza sorniona, tra gesti e voce sempre puntuali, la fascinosa Rossy de Palma, che riempie di femminilità colorata la sua Jenny delle spelonche e Margherita Di Rauso, che è una Celia Peachun di livello. A Mackie Messer e Polly Peachun, giovani e atletici, troviamo qualche inciampo tra voce e canto, viziati come siamo dai ricordi del 1973. Allora i ragazzi eravamo noi e restammo affascinati dallo spettacolo, che in quella edizione fu accorciato e snellito, a nostro vedere con efficacia. Ma si sa, il sapore dei ricordi lucida le nostalgie e colora le emozioni. Ieri sera, a teatro completo, abbiamo assistito a una rappresentazione di ben tre ore, con un pubblico attento e internazionale. Viva il Teatro e la sua magia! Per tutti voi un piccolo souvenir degli applausi e del magnifico sipario luccicante che abbiamo ammirato, tra i colori flou e le immagini acquarellate del gran finale. @L'opera da tre soldi - Piccolo Teatro di Milano sarà in scena sino al prossimo 11 giugno
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